Non sono una specie rara e neanche in via di estinzione: il connubio tra un medico ed una casalinga che nella semplicità cerca il segreto delle cose......anche in cucina.....strada facendo ho scoperto di essere celiaca e la mia vita in cucina è cambiata........e, culinariamente parlando, ancora adesso sto cercando la mia dimensione.........



venerdì 31 marzo 2017

Ode al pomodoro

 
La strada si riempie di pomodori, mezzogiorno, estate,
la luce si divide in due nella metà di un pomodoro
e scorre per le strade il succo. In dicembre
il pomodoro invade le cucine, entra per i pranzi,
si siede, riposato, nelle credenze,
tra i bicchieri, e le saliere azzurre.
Emana una luce propria maestà benigna.
Ma dobbiamo assassinarlo:
affonda il coltello nella sua polpa vivente
e una rossa viscera, un sole fresco,
profondo, inesauribile, riempie le insalate del Cile,
si sposa allegramente con la chiara cipolla,
e per festeggiare si lascia cadere addosso  l’olio,
figlio essenziale dell’ulivo, sugli emisferi socchiusi,
si aggiunge il pepe la sua fragranza il sale il suo magnetismo:
sono le nozze del giorno il prezzemolo
issa la bandiera, le patate bollono vigorosamente,
l’arrosto colpisce con il suo aroma è ora! Andiamo!
 E sopra il tavolo, nel mezzo dell’estate, il pomodoro,
astro della terra, stella ricorrente e feconda,
ci mostra le sue circonvoluzioni, i suoi canali,
l’insigne pienezza e l’abbondanza senza ossa,
senza corazza, senza squame né spine,
ci offre il dono del suo colore focoso
e la totalità della sua freschezza.
– Pablo Neruda –